28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Ambiente

Barazzotto: «Sulla caccia marcia indietro indecorosa dei 5 stelle»

Il consigliere regionale: «Le preoccupazioni ambientaliste e di tutela dell’avifauna piemontese sono già dietro le spalle»

BIELLA - Una «rappresaglia», non si può definire altrimenti il fuoco di fila di questi giorni contro la Regione Piemonte da parte del Governo a firma Lega e 5 Stelle. E che sotto la scure leghista sia caduta pure la legge sulla caccia è paradossale. Come Consiglio regionale del Piemonte abbiamo trascorso mesi di discussione, prima in commissione e poi in aula, a sentirci dare «lezioni» di ambientalismo dai colleghi del Movimento 5 Stelle. Peraltro per dotare la nostra Regione nuovamente di una legge di gestione dell’attività venatoria, dopo che la giunta guidata dal leghista Cota aveva cancellato con un colpo di mano la legge piemontese, lasciando dietro di sé un vuoto normativo inedito per il Piemonte.

FAVORITI I CACCIATORI - In particolare l’articolo 6 impugnato ieri introduce un elemento di trasparenza, cioè la possibilità del silenzio assenso sulle richieste motivate dei proprietari che intendano vietare la caccia sui propri terreni. Un aspetto su cui i 5 stelle insieme al Partito Democratico avevano molto insistito. Peraltro una tutela della libera scelta dei cittadini sulla loro proprietà. Ora la legge è stata impugnata dal Governo di centrodestra, per lanciare un chiaro messaggio alle lobbies più intransigenti dei cacciatori. Le preoccupazioni ambientaliste e di tutela dell’avifauna piemontese sono già dietro le spalle.

Vittorio Barazzotto