25 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Chiesa Cattolica

Biella, tutto pronto per l'arrivo del nuovo Vescovo

Mons. Roberto Farinella si insedierà ufficialmente in Diocesi a ottobre. Ecco quali simboli ha scelto per il suo stemma e quali valori lo caratterizzano

BIELLA – Sarà una doppia ordinazione quella di Mons. Roberto Farinella che diventerà Vescovo sia della diocesi di Ivrea che di quella di Biella. Nella nostra città appuntamento con le celebrazioni solenni domenica 14 ottobre alle 15 presso la Cattedrale di Biella.

Lo stemma del Vescovo
Carlo Barbieri, araldista civico e pontificio, ha organizzato lo stemma araldico del vescovo Roberto su sue indicazioni. Esso viene così araldicamente descritto: «Partito: nel primo d’azzurro, alla stella d’oro di otto raggi, accantonati da petali di giglio, d’argento, accompagnata in punta da una montagna d’argento di tre cime, movente dalla partizione; nel secondo, di rosso alle tre spighe di frumento, d’oro, poste a ventaglio, legate da un nastro d’argento e svolazzante». Il vescovo Roberto ha desiderato dare particolari significati allo stemma ed alle figure che lo compongono: guardando lo scudo, nella parte sinistra compare una stella a otto punte alternate da petali di giglio, come appare rappresentata negli affreschi del sacello eusebiano che custodisce l’effige della Beata Vergine Maria, Regina di Oropa. Maria è la stella del mattino, che rifulge sul cammino della Chiesa come aurora foriera della vera luce del mondo, Cristo Signore. Il giglio è simbolo della purezza della Vergine Maria e del suo essere umile serva del Signore (Lc 1, 38).

I tre monti dello stemma
I tre monti sottostanti simboleggiano la presenza costante di Maria anche nella storia personale del vescovo Roberto: la città natia di Castellamonte, posta sotto la protezione della Madonna del Monte Carmelo; il santuario cittadino di Ivrea, nel quale è da secoli venerata la Madonna Nera, col titolo di Regina di Monte Stella; il santuario di Oropa, che sorge sul monte da cui sant’Eusebio diffuse la venerazione per la santa Madre di Dio. Il monte costituisce inoltre luogo fortemente evocativo dell’esperienza dell’incontro con Dio (Eb 12, 22-24).Il campo azzurro, colore della volta celeste, è simbolo del manto che la Beata Vergine stende a protezione del suo popolo fedele. All’intercessione di Maria, aiuto dei cristiani, il vescovo Roberto affida il suo ministero e il cammino della santa Chiesa di Dio che è in Biella.

Le spighe e il rosso
Nella parte destra dello scudo campeggiano le spighe di frumento, che vogliono richiamare le parole del Signore Gesù: «Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6, 51). Le spighe si ricollegano anche alla tematica vocazionale contenuta nel motto episcopale; inoltre, la farina da esse prodotta evoca il cognome del vescovo Roberto. Ulteriore rimando eucaristico è costituito dal campo rosso, che simboleggia il sangue prezioso di Cristo, versato per la nuova ed eterna alleanza, in remissione dei peccati. La croce astile accollata allo scudo è presentata nella forma detta mauriziana; essa identifica i martiri della legione tebea, a cui appartenevano i santi Besso e Tegolo, primi patroni della diocesi eporediese e il loro primicerio san Maurizio, titolare dell’omonima chiesa di Ivrea, già sede del seminario di cui il vescovo Roberto è stato alunno e rettore.

Il motto episcopale
«Spes messis in semine; la speranza del raccolto è nel seme». Il seme è la parola di Dio, che il Signore stesso semina nei nostri cuori. A noi spetta essere come il terreno buono della parabola: ritenere la parola in un cuore onesto e portare frutto con perseveranza (Lc 8,15) e speranza pronti a levare i nostri occhi e guardare i campi che già biondeggiano per la mietitura (Gv 4,35).