19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Antiquariato

Alabarda da archibugiere, Andrea Cavallo racconta la storia di un oggetto straordinario

Seconda puntata del nostro viaggio nel mondo delle antichità. L'esperto: «Un reperto omaggiato e poi dimenticatoi. Mi sono immaginato la storia di questo reperto e delle persone che nei secoli lo hanno posseduto»

BIELLA - «Questo oggetto eccezionale per particolarità e rarità, dopo essere stato apprezzato e onorato per generazioni, è stato dimenticato fino al giorno in cui ha avuto un appuntamento con me: queste sono le sensazioni che cerca l’antiquario». Così spiega, appassionatamente, lo storico e antiquario Andrea Cavallo. 

La storia dell'alabarda
Come precedentemente preannunciato nella prima puntata, oggi Andrea Cavallo racconta la storia di un oggetto molto particolare: l’alabarda appartenuta ad un sergente degli archibugieri di Vittorio Amedeo III re di Sardegna, reperto che può essere datato intorno alla fine del Settecento. La guardia degli archibugieri sovrintendeva la sicurezza del Re e quindi si occupava della sicurezza delle porte di casa reale; compito del sergente era quello di comandare il fuoco in battaglia, non era dotato dell’archibugio ma aveva una spada con questa alabarda o picca all’estremità. Si trattava, dunque, di un oggetto militare forgiato in acciaio e lavorato con cura e dovizia di particolari; presentava le iniziali del re incrociate al centro e intorno la stilizzazione del collare dell’Annunziata. Gli esemplari esistenti sono una rarità.

L’amore per la storia
«Mi sono immaginato la storia di questo reperto e delle persone che nei secoli lo hanno posseduto - aggiunge Andrea Cavallo, che spiega le sue sensazioni da appassionato di antiquariato e storia -. L'antiquario va alla ricerca di queste sensazioni

Prossimamente...
Nel prossimo appuntamento  Andrea Cavallo racconterà la storia di alcuni reperti presenti anticamente nel sacello della Madonna di Oropa.