29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Natura

La fioritura della Burcina come non l'avete mai vista

Le spettacolari immagini della famosa fioritura dei rododendri catturate dall'alto da un drone. Il parco di Pollone nel suo massimo splendore

BIELLA - Questa è la stagione che più di ogni altra è capace di regalare emozioni a coloro che passeggiano nel parco della Burcina, la fioritura dei rododendri, infatti, offre uno spettacolo unico ai visitatori con la sua distesa variopinta. Anche noi abbiamo deciso di fare un giro per ammirare questo tripudio di colori ma da una diversa prospettiva: sulle ali di un drone.

La storia
Il Parco Burcina è un giardino storico sito sull'omonimo "Brik Burcina" una dolce collina a ridosso delle alpi biellesi. Le origini risalgono alla metà del 1800 quando Giovanni Piacenza (1811-1883) iniziò ad acquistare vari terreni siti nelle parti inferiori dei versanti rivolti a sud e a ponente della collina per piantarli con sequoie (al lago), cedri dell'Atlante (a monte della sede), pini strobus e altro. Il figlio Felice (1843-1938) per quasi 50 anni lavorò giorno dopo giorno per acquisire nuovi terreni, per tracciare strade e sentieri, per piantare alberi e la spettacolare valle dei rododendri che a metà maggio incanta il visitatore. E' abbastanza sorprendente il fatto che l'industriale non si avvalse di architetti nella composizione del paesaggio, ma fu lui stesso l'artefice . Di conseguenza oltre all'aspetto botanico è di particolare rilievo la composizione paesaggistica: un laghetto romantico, le aree prative contornate da boschi come in zona Valfenera, la faggeta del Pian plà, il viale dei liriodendri, la valle dei rododendri, l'area mediterranea, le viste sulle montagne e sulla pianura che spaziano dal Monviso all' Adamello. Il figlio di Felice, Enzo (1892-1968) nel 1950 donò il nuovo ingresso progettato dal paesaggista fiorentino Pietro Porcinai come da volere del padre. Nei suoi ultimi 15 anni invitò al parco i più famosi botanici europei. Pochi mesi prima di morire ripiantò varie zone del parco distrutte dal tremendo vento föhn che si abbattè sulla zona nel febbraio 1967. Guido, figlio di Enzo, attualmente presiede l'Ente Parco. Dal 1934 il parco è di proprietà del Comune di Biella che ha provveduto ad ampliare la superficie fino ai 57 ettari attuali.

In tempi più recenti
Nel 1980, con la legge regionale n° 29, è stata istituita la Riserva Naturale Speciale del Parco Burcina "Felice Piacenza». La Regione Piemonte pone grande attenzione al parco e mai come oggi si è investito tanto: nuovi piantamenti, un meleto, la nuova sede con aula didattica, un bar ristorante, la regimazione delle acque meteoriche, per citarne solo alcuni. Oggi il Parco Burcina è gestito dall’ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore insieme ad altre 14 aree protette. Gli organi dell’Ente sono il Presidente Adriano Fontaneto che presiede un consiglio di altri 8 componenti. Il Consigliere con delega alla cultura e al Parco Burcina è Alessandro Ramella Pralungo.

Natura
Dal parco della Burcina è possibile osservare un panorama a centottanta gradi che si estende dal complesso collinare morenico della Serra di Ivrea fino alla pianura del biellese in direzione del canavese e delle risaie del vercellese. La principale attrattiva della Burcina è la collezione di rododendri  che occupa una conca di circa due ettari, e che tra maggio e giugno, durante la fioritura, rappresenta uno spettacolo veramente di eccezione. Sono inoltre presenti numerose conifere e latifoglie esotiche, perfettamente integrate con la vegetazione; si possono ammirare tra gli altri: l'albero dei fazzoletti, diverse cultivar di faggio, sorbo acero, prunus da fiore, pini, abeti, larici, sequoie, cipressi, oltre ad una collezione di rose antiche. L'ingresso del parco è a Pollone, dove una fitta associazione di aceri, ontani e abeti rossi sottolinea il passaggio dall'ambiente esterno antropizzato al giardino. Salendo lungo la strada che risale il colle si incontrano, oltre al laghetto delle sequoie e la conca dei rododendri, boschetti frammisti ad ampi spazi erbosi, cascine, radure fiorite. Di notevole interesse paesaggistico, la vista sulle montagne del biellese e sulla pianura.